lunedì 2 novembre 2009

1985 ALGERIA

E’ il 1985 quando a bordo di una R4, mitica vettura della Renault, affrontiamo questo viaggio che ci farà
innamorare del Sahara. Sbarcati a Melilla, enclave spagnola in terra marocchina, quella versatile vetturetta senza particolari modifiche se si esclude un filtro aria aggiuntivo, un assetto delle sospensioni rialzato e pneumatici scolpiti ci ha portato in Algeria scendendo lungo il confine marocchino sino alla frontiera di Figuig.
Non senza lunghe attese e snervanti adempimenti burocratici siamo in Algeria e costeggiando il Grande Erg Occidentale arriviamo ad Adrar con soste a Taghit, per vedere le pitture rupestri, e a Beni Abbes.
Da Adrar in poi la strada si trasforma in pista, la “Bidon V” che porta in Mali, ne percorriamo il primo tratto fermandoci a Reggane dove prendiamo la pista che attraversando il “Plain du Tidikelt” raggiunge In Salah sulla direttrice Algeri-Tamanrasset. Prima di affrontare la traversata incontriamo una coppia di Biella bordo di una Uaz, che saranno nostri compagni per lungo tratto di questo viaggio, la pista che ogni nostra informazione dava per segnalata e in buone condizioni, in realtà lo è sino a Aoulef poi a causa di lavori in corso(?), dobbiamo abbandonare la pista buona per seguire una pista secondaria che non è ne segnalata ne in buone condizioni tanto che ben presto ci troviamo in difficoltà e siamo aiutati da una vettura di locali, abitanti dell’oasi di Tit, che si offre di farci da guida.
Da questo punto in poi gli insabbiamenti non si contano ma essendo la R4 una vettura molto leggera si possono risolvere in breve con una buona spinta.
E’ pomeriggio inoltrato quando raggiungiamo In Ghar, la meta della nostra tappa, dove siamo accolti da Mussà, amico di Valter, nostro compagno di viaggio. Rimaniamo ad In Ghar un paio di giorni e il nostro ospite ci accompagna ad un sito in pieno deserto dove possiamo ammirare la “foresta pietrificata”, uno spettacolo che non si dimentica, nemmeno dopo 24 anni!
Proseguiamo sino a            In Salah accompagnati da una tempesta di sabbia e da qui verso sud percorrendo quella che essendo la strada principale dell’asse nord-sud dell’Algeria ci aspettiamo in buone condizioni, ma come dimostrano le foto sono più i tratti di sabbia che quelli asfaltati.
Su questo strada facciamo la conoscenza della “tole ondulee”, tratti di terreno ondulato che imprimono alle vetture continui sobbalzi, purtroppo si verificano i primi problemi alla nostra auto: ad ogni dosso sentiamo dei violenti colpi provenire dal cofano motore. Comunque arriviamo ad Arak dove sostiamo in un improbabile campeggio dove l’acqua si deve raccogliere da un pozzo a mezzo di secchio e il locale spaccio non ha nulla da bere. I gestori stanno aspettando il camion dei rifornimenti, che in effetti arriva, ma le bevande dopo aver viaggiato sotto il sole del deserto algerino sono ad una temperatura prossima all’ebollizione. Il problema meccanico si rivela più pesante del previsto, un supporto elastico del motore si è sbriciolato e lo stesso urtando contro la leva del cambio fa fuoriuscire la marcia ad ogni dosso.
La mattina successiva decidiamo di proseguire per Tamanrasset che è la meta del nostro viaggio, ma ben presto dobbiamo rinunciare a causa del guasto meccanico e mentre i nostri compagni Valter, Silvana e Sergio proseguono noi torniamo verso nord e solo a Ghardaia, bellissima città dominata dal colore azzurro delle sue case, troviamo una officina che effettua una riparazione di fortuna che comunque ci porterà sino a casa.
Ormai il tempo e i kilometri non ci permettono di raggiungere i nostri amici che nel frattempo sono giunti a Tamanrasset e così lasciamo loro un messaggio presso il campeggio di Ghardaia per fissare un’appuntamento a Tunisi per l’imbarco. Noi entriamo in Tunisia alla dogana nei pressi di Nefta e ci concediamo qualche giorno tra Tozeur, Douz, Matmata e l’isola di Jerba prima di risalire a Tunisi dove ci imbarchiamo per Trapani.


GALLERIA FOTOGRAFICA

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